Rwanda

Istruzioni per un genocidio

di Daniele Scaglione

Rwanda – Istruzioni per un genocidio, scritto da Daniele Scaglione (con prefazione di Ascanio Celestini e introduzione di Mimmo Candito) è un libro che condensa, in poche pagine da leggere tutte d’un fiato, le vicende relative al genocidio avvenuto in Rwanda nel 1994.
È un’analisi storica di conoscenza del contesto contaminato nel corso della storia da influenze esterne imperialiste che hanno minato un equilibrio consolidato da secoli, è la descrizione di un’escalation di azioni che, in maniera assurda quanto angosciante, hanno portato a quei famosi 100 giorni durante i quali sono morte tra le 800.000 e un milione di persone. La storia insegna, e questo libro lo spiega bene, che un genocidio non avviene mai da un giorno all’altro ed improvvisamente, ma è sempre preceduto da anni, se non decenni, di segnali premonitori dove l’identità delle persone viene utilizzata come pretesto per l’accesso o meno al godimento dei diritti e delle libertà fondamentali: identità e discriminazioni che fomentano un linguaggio di odio, di violenza e di divisione tra le persone.

Quanto vale la vita di un soldato statunitense durante il periodo del genocidio? “Veda, generale, il mio Paese sta valutando se intervenire o meno in questa faccenda ruandese. E il mio governo ritiene che l’opinione pubblica possa giustificare il ferimento o l’uccisione di ogni nostro soldato più o meno ogni 85.000 rwandesi ammazzati” (pag. 116).

La comunità internazionale sapeva, era stata informata, gli era stato chiesto un aiuto per cercare di arginare questa violenza che si faceva di giorno in giorno più efferata, ma non è intervenuta. In tutto questo gioca un ruolo importante la responsabilità di ogni singolo paese che si professa paladino della democrazia, della libertà, dei diritti umani, la responsabilità delle ex potenze colonialiste europee; ma la responsabilità anche degli organismi che sono nati per tutelare le derive estremiste che possono condurre ad una guerra, organismi che, in questo caso, hanno fallito. Ecco, questi sono tutti attori che non hanno saputo leggere ed interpretare tanti segnali premonitori, che non hanno saputo prendersi delle responsabilità e mantenere degli impegni a livello internazionale.

La responsabilità di molti sulle spalle della responsabilità di pochi, il fallimento della comunità internazionale che tuttora continua a pesare sulla vita di chi ha sofferto quelle vicende in prima persona, di chi è morto e di chi è sopravvissuto, di chi era lì per aiutare ma ha assistito impotente al susseguirsi degli eventi.

E c’è ancora chi, nella comunità internazionale, sostiene che tutto sia stato causato da “risentimenti tribali”…

Daniele Scaglione, Rwanda - Istruzioni per un genocidio, Infinito Edizioni