Le irregolari

Buenos Aires Horror Tour

di Massimo Carlotto

In questo libro c’è scritto tutto quello che si vuole sapere sui desaparecidos in Argentina.

Si parla di Abuelas de Plaza de Mayo, delle due associazioni delle Madres De Plaza de Mayo, dell’associazione Hijos; racconti di madri, di nonne, di figli di desaparecidos; il lavoro instancabile per la memoria, la verità e la giustizia di questo momento buio nella storia dell’Argentina.

E questo lavoro lo narra Massimo Carlotto che in questo Buenos Aires Horror Tour scopre le storie di persone sconosciute ma scopre anche la sua di storia, quella di parente di Estela Barnes de Carlotto, la presidente dell’associazione delle Nonne de Plaza de Mayo, e di sua cugina Laura, uccisa dalla dittatura, di cui la madre Estela cercava il figlio, suo nipote, nato durante il periodo di detenzione clandestina e dato successivamente in adozione.

Un romanzo basato su fatti e personaggi assolutamente veri che racconta per la prima volta in Italia, in modo completo, documentato e rigoroso, la storia della guerra sporca della dittatura argentina: la metodologia della desaparición, i campi di concentramento clandestini, i bambini trattati come bottino di guerra, la persecuzione degli ebrei argentini: un incubo nell’incubo, la verità sul ruolo della chiesa, le connessioni e le coperture internazionali. E racconta anche la battaglia delle nonne e delle madri di Plaza de Mayo: una storia al femminile, unica e straordinaria, fatta di amore, dolore e coraggio.

(dalla IV di copertina)

… Per incontrarci eravamo costrette a mille sotterfugi: festeggiavamo falsi compleanni alla pasticceria Las Violetas o al caffè Tortoni. Se la riunione si teneva in un’abitazione privata entravamo e uscivamo una alla volta, parlavamo a bassa voce e non fumavamo perché l’odore di molte sigarette poteva insospettire i vicini. Ci convocavamo per lettera o per telefono e usavamo un nostro codice: noi Nonne eravamo le “vecchie zie”, le “ragazze” erano le Madri di Plaza de Mayo, i “fiori” i bambini desaparecidos…

In poco tempo diventammo abili. Le donne spaurite e piangenti che avevano vagato da un commissariato a una caserma, da un carcere a un ospedale, da una sacrestia a un cimitero, erano diventate capaci di organizzare efficacemente la ricerca di bambini scomparsi. […] Eravamo considerate, come dire, irregolari, perché avevamo deciso di non accettare la morte dei figlie il rapimento dei nipotini. …

Le irregolari