Domenica 16 maggio Emilio ci ha lasciati. Venerdì era stato investito da una moto vicino a casa e le sue condizioni erano apparse da subito molto gravi. In molti abbiamo sperato e pregato per lui, amici che gli hanno voluto bene, persone che grazie a lui hanno potuto avere una vita dignitosa.

Emilio Marchi, un angelo caduto a Misiones

“Credo sinceramente che tutte le persone abbiano un cuore solidale, solo che a volte bisogna scavare un pò e lasciare che questo venga alla luce, perché l’uomo che non è solidale è come se fosse incompleto”

Emilio è nato a Buenos Aires ma le vicissitudini legate alla dittatura in Argentina lo hanno costretto all’esilio in Europa, stabilendosi in Italia dove ha vissuto qualche anno. Quando è potuto ritornare in Argentina, ha intrapreso un viaggio con un amico italiano per mostrargli una regione che gli piaceva molto: Misiones. Hanno attraversato città diverse, hanno visto la miseria, ragazzi e bambini sulle strade… Emilio cercava di spiegare al suo compagno di viaggio le questioni legate
alla situazione sociale. Il suo amico però diceva le stesse parole di sua madre quando lui era ancora ragazzo, quando cercava di indicare qualcosa che non andava o qualche ingiustizia: “Non preoccuparti Emilio, il mondo è sempre così, ci sono sempre i ricchi, ci saranno sempre persone povere e non si può cambiare… resterà sempre così”.

Ma Emilio insisteva con il dire che qualunque cosa, anche la più piccola, si può sempre fare, o almeno già il solo provarci è qualcosa
di buono. Non è riuscito a convincere l’amico. Tuttavia questa negatività è stata il motore che ha motivato Emilio.

Così è tornato in Italia per raccogliere fondi e poi in Argentina ha costruito una prima casa per bimbi nella periferia di Posadas. In Italia Emilio tornava per dedicarsi alla pittura, teneva delle mostre e vendeva i quadri: e ancora tornava in Argentina con i fondi che raccoglieva per fare dei lavori a Posadas. C’era molto da fare, soprattutto nel barrio di San Jorge, dove si è stabilito e ha costruito un asilo nido e una casa per i bimbi più piccoli. Poi si è accorto che si doveva lavorare
con le famiglie per dare loro almeno le cose base, come acqua, un tetto sicuro.

Non è stato facile, ma ogni anno tornava in Europa, continuava a dipingere e a vendere le sue opere. Con quei fondi ha continuato a lavorare. Poi è nato un gruppo (prima l’associazione Jardin de los Niños ONG in Argentina e successivamente Jardin de los Niños onlus in Italia) per aumentare i servizi e iniziare a costruire un centro educativo, un centro comunitario, le prime 35 case… Il Governo, osservando tutto questo movimento, ha capito l’importanza del lavoro che si
stava facendo a ha dato il suo supporto per sviluppare il progetto di urbanizzazione… superando le 500 case costruite… e laboratori, scuole, istruzione, educazione…. Il quartiere stava prendendo forma.

Ma una cosa è offrire una migliore qualità della vita attraverso i servizi, un’altra è la vera crescita, quella che è nell’acquisizione di valori: ecco perché la formazione offerta dalla scuola e dai laboratori sono fondamentali per cambiare davvero la vita delle persone, perché l’educazione apre nuovi orizzonti, la conoscenza e la consapevolezza fanno raggiungere la trasformazione.

Ci sono stati momenti di sconforto in cui pensava di lasciare tutto ma erano momenti fugaci… “bisogna insistere”, diceva, “perché con pazienza si arriva a raggiungere gli obiettivi… le crisi fanno parte dell’esistenza delle persone e molte volte uno ne esce più forte …Emilio è sempre stato grato agli amici e alle persone che hanno creduto in lui, che gli sono state vicino, che lo hanno sostenuto… che ci hanno sostenuto e che ci hanno aiutato a trasformare il  suo sogno in realtà.

Sono rivolte a Emilio e le dedichiamo anche a quanti gli hanno voluto bene e ai nostri donatori queste parole di gratitudine e affetto:
Emilio è sempre stato solidale, ho imparato tante cose, grazie per avermi insegnato e protetto quando più ne avevo bisogno.
Carolina

Grazie Emilio, ho imparato a valorizzare tutto quello che mi hai insegnato, sei stato e sei come un
padre per me.
Sonia

Il giorno che sono arrivata a Posadas la mia vita è cambiata, pensavo che non avrei mai avuto una
casa normale. In meno di 2 anni è cambiato tutto: il sig. Emilio mi ha dato la possibilità di avere
una bella casa e ci ha insegnato che con il lavoro comunitario tutto era più facile.
Lorena

Un milione di grazie ad Emilio perché se non fosse per lui io non avrei una casa e sono riuscita a
crescere miei figli e nipoti. Che Dio lo benedica.
Maria

Grazie Emilio, oggi ho una casa dignitosa dove ho potuto crescere tutti i miei 6 figli.
Lucia