Nei barrios periferici di Posadas, dal 1988 a oggi

Conversazione con  Ilaria Cappellari, responsabile dell’Area Sociale di Jardin de los Niños Argentina, riflettendo sulle trasformazioni avvenute e tuttora in atto nei quartieri periferici e più degradati della città di Posadas, in particolare nel barrio San Jorge, ex discarica di vetro e rifiuti, teatro dei primi interventi di cooperazione negli anni ottanta.

La prima fase emergenziale di attività, negli anni ’80, non si dimentica facilmente: il quartiere  San Jorge era sprovvisto di acqua potabile, non c’erano strade, immondizia e discariche a cielo aperto  erano ovunque…L’abbandono e l’esclusione imperavano, così come l’analfabetismo e l’individualismo,  vissuto più come autodifesa e auto-protezione da un mondo circostante senza regole, al di fuori  di  quella “del più forte”. Allora, per gli abitanti del barrio credere in un possibile  cambiamento faceva paura, rappresentava quasi una minaccia e allo stesso tempo un sogno tanto anelato quanto impossibile da realizzare. Ma per Emilio Marchi trasformare quella baraccopoli in un quartiere dignitoso era un ideale da concretizzare a tutti i costi. Spiegare, riflettere, sperimentare e provare. E convincere al di là dell’oceano gli amici italiani che insieme si sarebbe potuto realizzare quel sogno. E così è stato.

In questi decenni di attività congiunta, gli abitanti dei barrios hanno trovato uno dei più forti stimoli al cambiamento nella formazione professionale. A partire dagli anni 90, l’asociacion ha avviato una serie di servizi educativi Untitledrivolti a tutte le età, dai più piccini agli adulti, considerando l’educazione un diritto fondamentale per ogni essere umano. Attraverso l’educazione una persona è libera, capace di costruire il proprio futuro. L’analfabetismo è quasi del tutto scomparso nel quartiere (salvo alcuni casi di anziani), cresce il numero di giovani che portano a termine le scuole superiori e iniziano ad esserci già vari casi di giovani iscritti all’università. Migliaia di adulti hanno imparato un mestiere all’interno dei laboratori dell’associazione, molti lavorano oggi in ditte importanti del centro città, altri hanno incontrato un ottimo lavoro nella capitale Buenos Aires, altri ancora hanno avviato una propria impresa.

Come non ricordare l’epoca della crisi economica del 2001; è stato un momento gravissimo per tutti gli abitanti e per l’associazione stessa. E proprio in questa triste occasione l’aiuto italiano è stato indispensabile per avviare aiuti sociali e offrire opportunità lavorative ai tantissimi disoccupati, prodotto della crisi. Un esempio tra tutti, l’invio dalle associazioni amiche italiane di container di beni di prima necessità e dell’attrezzatura che ci hanno permesso di attivare diversi laboratori di lavoro e i panifici per offrire il pane a prezzo di costo agli abitanti indigenti nonché formazione e posto di lavoro come panettieri ad alcuni di questi.

UntitledNegli ultimi  10 anni  l’associazione ha riposto molte risorse e forze nell’area dell’imprenditorialità: ampliamento del Programma di Microcredito, sostegno alla crescita della Cooperativa di lavoro e di settori importanti quali la produzione di mobili e l’edilizia, la produzione agricola della campagna, e di recente la creazione di un mercato nel quartiere. Si è cercato di puntare alle attività produttive di reddito, sia per un profondo credo nei valori del lavoro, sia per iniziare a rendere indipendenti alcune aree prima legate all’associazione. Al contempo si è riusciti a creare un circolo virtuoso di cui anche l’associazione beneficia potendosi avvalere dei servizi offerti in loco dalla Cooperativa.

In alcuni bandi nazionali, il quartiere San Jorge viene ufficialmente denominato Villa Emergente, ossia baraccopoli emergente. E anche secondo noi, baraccopoli San Jorge non lo è più. Certo, c’è molto ancora da lavorare, e continuano ad esistere ambiti emergenziali a cui l’associazione rivolge grande attenzione e risorse, ma l’85% degli abitanti dei barrios in cui operiamo da oltre 25 anni non vive più in baracche, sono proprietari delle case e del terreno in cui vivono e il quartiere è dotato di infrastrutture primarie che in una baraccopoli normalmente non ci sono.

La parola emergente è significativa e descrive in maniera del tutto veritiera il quartiere.  Emergere è nascere, venir fuori,  è sorgere. È un quartiere che è arrivato alla superficie, che è emerso; con abitanti che possiedono valori, sogni, progetti e nuovi comportamenti.   È un territorio  inedito, che si auto-organizza, che forma nuove risposte e proposte dal punto di vista sociale, politico, economico ed educativo. Ed è in questa fase emergente che l’associazione compie nuovamente un ruolo impegnativo: l’associazione  accompagna,  attiva la comunicazione, rafforza l’unione, il senso di comunità e l’auto-organizzazione. Questo nuovo paradigma emergente si respira e si vive quotidianamente nel quartiere e siamo certi che sarà il cammino più virtuoso e umano che intraprenderanno questi nuovi e capaci cittadini.

L’amicizia, la fiducia e il costante appoggio italiano ha rappresentato e continua a rappresentare un elemento importante dei processi di trasformazione in atto nei barrios marginali di Posadas, un fondamentale sostegno sia in termini di collaborazione professionale per valutare fattibilità e sostenibilità dei progetti, sia dal punto di vista umano: rimaniamo uniti e saldi, al fianco di queste comunità emergenti nell’affrontare le nuove sfide che verranno.

Per vedere l’ALBUM FOTOGRAFICO della zona di intervento nei primi anni di attività e dell’avvio del programma di urbanizzazione clicca qui